La Legge Gelli-Bianco (24/2017), un caposaldo normativo in materia di sicurezza delle cure e responsabilità civile, rappresenta un pilastro fondamentale per la tutela del diritto alla salute in Italia. Tuttavia, il recente rapporto della Fondazione SANIRE, realizzato in collaborazione con l’Università dell’Aquila, evidenzia criticità significative nell’attuazione della normativa. La ricerca, intitolata “Rapporto sullo stato di attuazione della legge n. 24 del 2017 – cd. Gelli-Bianco – in tema di sicurezza delle cure e di responsabilità civile delle strutture sanitarie” sarà presentata il 4 dicembre a Roma, nella sede della Fondazione ENPAM, nel corso dell’evento organizzato da Fondazione Sanità Responsabile, “Luci e Ombre nell’applicazione della Legge Gelli-Bianco, partiamo dai numeri”.
Obiettivi e metodologia del rapporto
La ricerca condotta si è focalizzata sull’adempimento degli obblighi di trasparenza da parte delle strutture sanitarie pubbliche, analizzando i dati relativi a eventi avversi, risarcimenti e coperture assicurative. Lo studio ha coinvolto 97 strutture sanitarie, tra Aziende Ospedaliere (A.O.), Aziende Ospedaliere Universitarie (A.O.U.), Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (I.R.C.S.S.) e Aziende Socio-Sanitarie Territoriali (A.S.S.T.) della Lombardia. I dati, raccolti tra gennaio e marzo 2024, evidenziano una diffusa disomogeneità nell’attuazione degli obblighi previsti dalla legge.
Eventi avversi: trasparenza ancora parziale
Uno degli obblighi fondamentali della legge riguarda la pubblicazione delle relazioni annuali sugli eventi avversi. Tuttavia, l’analisi dimostra che solo una parte delle strutture ha adempiuto a questo obbligo con regolarità. Le A.S.S.T. lombarde si distinguono per il miglior tasso di conformità, mentre le A.O. e gli I.R.C.S.S. pubblici mostrano livelli di adempimento sensibilmente inferiori. La flessione generale nel 2023, attribuibile anche a possibili ritardi nella pubblicazione, solleva interrogativi sulla continuità degli sforzi per garantire trasparenza. “La trasparenza sanitaria è una leva necessaria per sicurezza e qualità delle cure,” sottolinea Vincenzo Antonelli, responsabile della ricerca e coordinatore del Comitato Scintifico di Fondazione SANIRE.
Risarcimenti: costi contenuti, ma scarsa uniformità
Il rapporto evidenzia che l’impatto economico dei risarcimenti è mediamente contenuto, oscillando tra lo 0,52% e l’1,19% del valore della produzione. Ciononostante, esistono discrepanze significative tra le diverse tipologie di strutture e aree geografiche. Questo quadro “smonta la narrazione sui costi immani legati alla responsabilità medica,” osserva Gabriele Chiarini, Presidente della Fondazione SANIRE. Tuttavia, la mancanza di uniformità nella pubblicazione dei dati — con informazioni spesso incomplete o difficili da reperire — limita la capacità di valutare l’impatto reale. La necessità di standardizzare le modalità di pubblicazione è cruciale per garantire una maggiore trasparenza e favorire una lettura uniforme.
Coperture assicurative: un obbligo ancora disatteso
Un altro tema critico riguarda la pubblicazione delle coperture assicurative. Secondo il rapporto, quasi la metà delle strutture sanitarie non rispetta questo obbligo. Mentre le A.S.S.T. lombarde si dimostrano le più virtuose, con un tasso di adempimento del 76,92%, le altre tipologie di strutture si attestano su livelli significativamente inferiori. La mancata pubblicazione di tali dati rappresenta una violazione non solo delle prescrizioni normative, ma anche del principio di accountability verso i cittadini. Come afferma il rapporto, “una trasparenza limitata non solo impedisce una valutazione accurata, ma mina anche la fiducia nel sistema sanitario.”
Medicina difensiva: un problema culturale?
Un aspetto cruciale emerso è l’impatto della percezione del rischio legale sui comportamenti degli operatori sanitari. Nonostante la riduzione delle cause penali contro i medici, la medicina difensiva rimane un problema diffuso, alimentato da una narrazione distorta sui rischi di contenzioso. Franco Marozzi, vicepresidente SIMLA e presidente del Comitato Scintifico di Fondazione SANIRE, evidenzia che “il numero di sinistri rappresenta una percentuale infinitesimale rispetto alle prestazioni erogate, ma il senso di assedio avvertito dagli operatori è significativo.”
Le proposte per il futuro
Il rapporto si conclude con una serie di proposte concrete per migliorare il sistema:
- Standardizzare le modalità di pubblicazione: linee guida condivise potrebbero garantire una maggiore uniformità nella raccolta e presentazione dei dati.
- Promuovere la trasparenza: la comunicazione chiara e accessibile è fondamentale per rafforzare la fiducia dei cittadini e ridurre la medicina difensiva.
- Investire nella formazione: sensibilizzare gli operatori sanitari sulla reale portata dei rischi legali può contribuire a ridurre comportamenti eccessivamente cautelativi.
Conclusione
Il rapporto della Fondazione SANIRE offre uno spaccato prezioso sulla situazione attuale della sicurezza delle cure in Italia. Sebbene la Legge Gelli-Bianco abbia posto basi solide, restano molte sfide da affrontare per garantire una trasparenza effettiva e una cultura sanitaria più serena. “Trasparenza e comunicazione sono gli strumenti per ristabilire fiducia e responsabilità condivisa nel sistema sanitario,” conclude Angelica Giambelluca, responsabile della comunicazione della Fondazione. Un obiettivo che, oggi più che mai, appare imprescindibile.
Il documento integrale della ricerca sarà distribuito nel corso dell’evento. Le iscrizioni sono ancora aperte, compilando il modulo al seguente link: https://www.sanire.org/roma2024/.