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Il legame tra la fatica degli infermieri e gli errori nell’amministrazione dei farmaci

Di recente, alcuni episodi di “malasanità” hanno messo in luce la responsabilità di medici, infermieri e ostetriche per un aumento dei danni, anche permanenti, ai pazienti, fino ai decessi, causati principalmente dalla stanchezza e dai turni estenuanti dei professionisti sanitari. Come rilevato anche da un articolo pubblicato su Quotidiano Sanità, occorre riflettere sulle cause sottostanti, come la carenza di personale e i turni lavorativi insostenibili, che compromettono la lucidità e la capacità di gestire efficacemente le emergenze.

Guardando agli studi internazionali, non sono pochi quelli che collegano l’aumento degli errori nella somministrazione dei farmaci alla fatica degli infermieri, causata da turni di lavoro irregolari e prolungati. Uno degli ultimi è quello pubblicato sul Journal of Clinical Nursing, secondo cui la stanchezza – causata proprio da turni massacranti e carenza di personale – possa influenzare negativamente le prestazioni cognitive, l’attenzione, la vigilanza e la sicurezza dei pazienti.

Lo studio

In un’epoca in cui la sicurezza del paziente è di fondamentale importanza nei contesti sanitari, gli errori nell’amministrazione dei farmaci (Medication Administration Errors – MAEs) sono emersi come una significativa fonte di danno evitabile per il paziente, contribuendo all’aumento dei costi sanitari e della morbilità.

La revisione di ambito del 2023 di Bell et al., pubblicata sul Journal of Clinical Nursing, esamina il collegamento critico e spesso trascurato tra la stanchezza degli infermieri e gli errori nella somministrazione dei farmaci.

Contesto

La frequente somministrazione di farmaci è una delle attività cliniche più comuni per gli infermieri ospedalieri, rendendo cruciale comprendere come la fatica influenzi i MAEs.

Questa revisione esplora l’impatto della fatica sugli errori e quasi errori (near misses, NMs) da parte degli infermieri registrati che lavorano in contesti ospedalieri.

Gli errori nella somministrazione dei farmaci possono avere conseguenze catastrofiche, aumentando la durata della degenza ospedaliera e impegnando risorse sanitarie preziose.

I risultati

Utilizzando il quadro di revisione di ambito di Arksey e O’Malley e il framework PAGER per l’estrazione e l’analisi dei dati, la ricerca ha incluso una varietà di studi primari revisionati paritariamente e senza limitazioni di data o tempo.

Sono state esaminate trentotto ricerche, con l’82% degli studi che identificano la fatica come un fattore contributivo dei MAEs e dei NMs. I fattori legati al lavoro a turni, come l’interruzione del ritmo circadiano e il lavoro straordinario, sono stati riconosciuti come influenze significative.

La fatica è associata a una ridotta prestazione cognitiva e a una mancanza di attenzione e vigilanza, influenzando negativamente la performance infermieristica e la sicurezza del paziente.

Tuttavia, la revisione ha rivelato una notevole eterogeneità nelle strategie di misurazione della fatica tra gli studi inclusi. Questa variabilità sottolinea la necessità di studi su larga scala più mirati per esaminare l’impatto del lavoro straordinario e sviluppare politiche di orari di lavoro sicuri.

Rilevanza per la pratica clinica e la responsabilità sanitaria

La gestione della fatica richiede un approccio multidimensionale, considerando le caratteristiche del lavoro infermieristico come il lavoro notturno, il lavoro straordinario e la necessità di svolgere compiti cognitivamente impegnativi.

La ricerca suggerisce l’adozione di sistemi di gestione della fatica e la riconsiderazione delle politiche sugli orari di lavoro per garantire cure sicure e di qualità.

La fatica degli infermieri è una criticità che non si può più ignorare

Questo studio mette in luce l’urgente necessità di affrontare la fatica degli infermieri come un problema critico nella gestione degli errori di somministrazione dei farmaci.

Con la crescente pressione sui sistemi sanitari e il personale infermieristico, diventa sempre più importante implementare strategie efficaci per mitigare i rischi associati alla fatica degli infermieri.

Occorre pertanto migliorare le condizioni lavorative dei professionisti sanitari attraverso turni meno gravosi, una gestione del personale più attenta alle esigenze locali e l’implementazione di norme che tutelino la salute psicofisica dei lavoratori, per garantire una sanità che risponda efficacemente alle esigenze dei pazienti e assicuri un ambiente di lavoro sostenibile per i professionisti.